Chris Dudley Chris Dudley NBA Player                                                             www.chrisdudley.org

Il diabete non ha interferito col sogno di Chris Dudley 

Nel 1981 Chris Dudley venne diagnosticato all'età di 16 anni come diabetico di tipo 1.
Nonostante questo, egli non ha mai pensato per un solo secondo che la malattia potesse interferire con il suo sogno di giocare nella National Basketball Association (NBA). Oggi Dudley festeggia il suo dodicesimo anno nel campionato.     

Il suo impegno fuori e dentro il campo da gioco   Dudley, 34 anni, gioca a centro campo per la New York Knicks,

ed è considerato uno dei migliori giocatori in difesa nell'NBA. Il suo impegno come atleta sul campo da gioco si accompagna, nella sua vita privata, ad un pari impegno come diabetico. Dudley si attiene ad un rigido regime di insulina, esercizio fisico e dieta. Controlla la glicemia almeno 4 volte al giorno, mantenendola sempre attorno a 100 mg/dl.Durante il campionato, però, deve avere un po' più di attenzione.

Una normale giornata di gioco per Dudley comincia con lo svegliarsi, controllare la glicemia, farsi un'iniezione di insulina Humalog, far colazione, e poi andare ad allenarsi con i suoi compagni di squadra. Dopo l'allenamento, Dudley torna in albergo, controlla la glicemia e fa un sonnellino. Dopo il riposo, ricontrolla la glicemia, fa un'altra iniezione di Humalog, pranza e parte per la partita intorno alle 16:45. Appena arrivato all'arena, controlla ancora la glicemia. Se è troppo bassa, mangia uno snack o beve un succo di frutta. Un'ora prima di giocare controlla di nuovo la glicemia. Negli spogliatoi, durante l'intervallo, riesegue il test, ed anche alla fine della partita. Arrivato in albergo, consuma una cena, controlla la glicemia poco dopo il pasto, e fa un'iniezione di insulina lenta prima di coricarsi. "Con il diabete, è meglio essere abitudinari" Dice Dudley. "Ci sono volte però in cui si è costretti a uscire dalla routine, a volte si arriva in albergo alle 3 o alle 4 di mattina. Bisogna quindi tenersi sempre sotto controllo". Dudley dice che durante la partita preferisce avere la glicemia attorno alla "linea ideale" di 180 mg/dl."Alle volte, attività e stress mi fanno arrivare all'intervallo fra primo e secondo tempo con una glicemia tra 240 e 300" continua. "D'altra parte, se fosse intorno a 150 prima della partita, potrei andare in ipo prima della fine del tempo".

Ipo,durante,il,gioco

Dudley ammette di aver avuto delle ipoglicemie durante le partite in NBA. Fortunatamente, l'allenatore dei Knicks

 tiene con sé in panchina il kit per il test della glicemia pronto per Dudley."

Se sono in ipo, normalmente bevo succhi di frutta, ma se sono molto basso, allora mi bevo un Gatorade, che contiene circa 70 grammi di carboidrati".Finiti i campionati, il controllo diventa più facile. Continua a mantenersi in forma, convinto del fatto che l'esercizio fisico aiuta a ridurre il fabbisogno di insulina. Questi periodi tra un campionato e l'altro gli consentono

il lusso di aspettare anche mezz'ora per stabilire se la sua glicemia è troppo bassa.

"Cosa che non si può fare durante l'allenamento o nel bel mezzo di una partita di campionato"                                                   

  Il Chris Dudley Basketball,Camp  Dudley si rende utile alle altre persone col diabete organizzando il Chris Dudley Basketball Camp in Vernonia, Oregon."Mia sorella, mia moglie ed io abbiamo avuto l'idea di fare un campo scuola di basket e abbiamo preso informazioni sui campi per diabetici nell'area di Portland" ha detto Dudley "Abbiamo deciso di mettere insieme le due cose e nel 1996 abbiamo fondato il campo a cui partecipano 64 ragazzi ogni anno".Equipaggiato con uno staff di infermiere, medici, dietisti e allenatori di pallacanestro, il Chris Dudley Basketball Camp è un'esperienza divertente ed educativa allo stesso tempo, dove i ragazzi col diabete possono imparare a giocare a basket, a controllare il proprio diabete e ad essere persone come tutte le altre. Dudley dice che modelli di comportamento come suo zio Bobby Clarke della National Hockey League, anche lui di tipo 1, lo aiutarono a rendersi conto che pur avendo il diabete poteva essere ugualmente libero di fare ciò che desiderava."Se vuoi fare sport, puoi fare sport" dice Dudley. "non lasciare che il diabete ti blocchi. Ma non pensare che potresti non prenderti cura della tua condizione. Il diabete è una malattia seria e tu hai bisogno di imparare come prenderti cura di te stesso occupandotene".                  

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