Complicanze nel diabete

 

Quali sono le complicanze del diabete?
Le complicanze del diabete consistono in alterazioni dei vasi sanguigni e degli organi da essi irrorati, che si manifestano soprattutto nei diabetici di lunga data con cattivo compenso metabolico, che non riescono a mantenere un controllo ottimale della glicemia. Inoltre, molti adulti e anziani, affetti da diabete di tipo 2 lieve o asintomatico, possono sfuggire alla diagnosi per molti anni, fino a quando la comparsa di sintomi li porta a eseguire controlli diagnostici specifici. Ciò può facilitare la comparsa e la progressione delle complicanze, fino a renderle gravi e perfino invalidanti.
Le complicanze si classificano in micro- e macro-angiopatie, a seconda dei vasi sanguigni interessati. Le microangiopatie interessano i piccoli vasi che irrorano l’occhio e la retina, i nervi e i muscoli, i reni, la pelle e le mucose, le gengive; le macroangiopatie coinvolgono i vasi principali della circolazione, le coronarie e il cuore e le arterie degli arti inferiori.

Le complicanze si possono prevenire!
Numerosi studi clinici dimostrano che il controllo della glicemia (cioè mantenere sia i valori misurati a digiuno, sia quelli post-prandiali, il più possibile vicini alla norma), è il provvedimento di gran lunga più importante per scongiurare l’insorgenza delle complicanze o evitarne l’aggravarsi. Ciò è vero per tutti: per i pazienti affetti da diabete di tipo 1 e per quelli di tipo 2, per i pazienti di recente diagnosi e per i diabetici con una lunga storia clinica. Accanto alla terapia antidiabetica, al mantenimento di uno stile di vita sano e di appropriate norme igieniche, è essenziale effettuare regolarmente esami clinici (fleboangiografie ed esame del fondo oculare) e visite specialistiche di controllo. In tal modo è possibile rilevare tempestivamente i primi segni delle eventuali complicanze, limitandone la progressione.

La retinopatia diabetica
Circa metà dei diabetici possono sviluppare alterazioni della retina, una complicanza che rappresenta la maggiore causa di cecità tra giovani e adulti in età lavorativa.  Vista annebbiata, difficoltà di mettere a fuoco gli oggetti, macchie nere o “tende” nel campo visivo, sono i sintomi più importanti, dovuti alla presenza di emorragie e lesioni  della retina o della macula, la regione centrale e più sensibile dell’occhio (per esempio, la macula permette la lettura, la visione dei dettagli e dei colori). Purtroppo l’inizio e la progressione della retinopatia sono subdoli e i pazienti non avvertono disturbi, fino a quando non compaiono lesioni piuttosto gravi ed estese, o quando viene interessata anche la macula.
Il trattamento laser o la chirurgia oculistica, necessari nei casi più gravi di retinopatia, non sono sempre in grado di ripristinare la funzione visiva nelle zone gravemente lesionate, ma spesso mirano a preservare le parti di retina ancora in buone condizioni e a conservare almeno una  visione parziale nell’occhio colpito.
Le
immagini illustrano l’aspetto di una retina normale vista all’oftalmoscopio, e le alterazioni presenti in una retina alterata 

La nefropatia diabetica
Le piccole arterie renali, deputate alla filtrazione del sangue e all’eliminazione dei prodotti di scarto del metabolismo, di tossine e farmaci, tendono ad alterarsi progressivamente nel corso del diabete. Oltre ad una maggiore suscettibilità alle infezioni delle vie urinarie, le alterazioni della filtrazione renale possono causare ipertensione, un grave fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (infarto, angina, scompenso cardiaco, ictus). Inoltre, circa un terzo dei diabetici può sviluppare la nefropatia diabetica, una complicanza che può evolvere in insufficienza renale, condizione invalidante che impone il ricorso all’emodialisi o al trapianto renale.
I primi segni di alterazione, che possono comparire dopo 5-10 anni di diabete non controllato, consistono nell’alterazione della velocità di filtrazione glomerulare, cioè della velocità di filtrazione del plasma (la parte liquida del sangue) attraverso i reni, e nell’escrezione di piccole quantità di albumina nelle urine (microalbuminuria). La microalbuminuria può essere influenzata da molti fattori (per esempio sforzo fisico, infezioni urinarie, assunzione di farmaci …), quindi può essere  lieve e temporanea. Quando la perdita di albumina persiste nel tempo e diventa quantitativamente più importante (macroalbuminuria), è presente un danno renale.

La neuropatia diabetica
L’iperglicemia può danneggiare tutti i nervi, anche se le manifestazioni più frequenti e più conosciute della neuropatia diabetica interessano gli arti inferiori (neuropatia periferica). La neuropatia può alterare la funzione sensitiva dei nervi, determinando la perdita o il cambiamento della sensibilità di mani o piedi, per esempio, al tatto, al calore o al dolore, oppure si possono avvertire formicolio o forte dolore, spesso notturno. In altri casi la neuropatia  agisce sulla funzione motoria del nervo, diminuendo la forza dei muscoli innervati o paralizzandoli temporaneamente. Se la neuropatia interessa il sistema nervoso autonomo, cioè i nervi addetti al controllo automatico delle funzioni vitali, possono comparire aumentata o diminuita sudorazione, minore stimolo ad urinare, alterazioni della funzione gastrointestinale o del ritmo cardiaco. Nella maggior parte dei casi, i sintomi sono transitori e il paziente può attribuirli erroneamente a momentanea stanchezza, oppure non rendersi conto della ”mancanza” di sensibilità.

Occhio alla prevenzione
Le complicanze microvascolari del diabete, subdole e progressive, sono tanto più probabili quanto più lunga è la storia clinica del diabete, quindi è indispensabile eseguire controlli periodici dal diabetologo, dall’oculista, dal neurologo, anche in assenza di sintomi. Ma soprattutto, il primo obiettivo della prevenzione è tenere sotto controllo la glicemia e mantenerla entro valori prossimi a quelli normali. Infatti, la glicemia elevata e le alterazioni metaboliche presenti nel diabete scompensato (cioè non adeguatamente trattato con insulina o farmaci antidiabetici orali) sono responsabili dei danni del micro-circolo che innescano le complicanze del diabete (vedi Figura).
Altri fattori di rischio devono essere tenuti sotto controllo nei diabetici. Per esempio l’ipertensione, l’eccesso di colesterolo, il fumo contribuiscono a peggiorare la situazione di piccoli e grandi vasi, facilitando la comparsa delle complicanze. Studi clinici recenti dimostrano che le strategie terapeutiche di “trattamento aggressivo” e di “trattamento globale” del diabete e di altri fattori di rischio riescono a prevenire la comparsa delle complicanze nel 70-80% dei pazienti. 

Danni a catena
I prodotti metabolici iper-glicosilati possono accumularsi ed aggregarsi nei capillari. L’endotelio, il tessuto che riveste l’interno dei vasi, si altera progressivamente, diventando sempre più “adesivo” per i linfociti e le piastrine, che finiscono per otturare completamente i vasi di piccolo calibro. L’endotelio alterato rilascia anche essudati, messaggeri chimici e prodotti di ossidazione (lipidi ossidati, perossidi, radicali liberi dell’ossigeno), che danneggiano i tessuti circostanti e possono anche indurre le cellule a suicidarsi (apoptosi). In tal modo si innesca il circolo vizioso di uno stato di infiammazione cronica che causa continuo danno ai tessuti, per esempio i glomeruli renali o i tessuti nervosi.
La scarsa ossigenazione (ischemia) dei tessuti (per esempio la retina), dovuta all’ostruzione dei vasi, può indurre la produzione di fattori di crescita angiogenici, he stimolano la formazione di nuovi vasi sanguigni (neovasi). Questo meccanismo, anziché ossigenare i tessuti ischemici, li danneggia ulteriormente, perché i neovasi crescono in modo abnorme, sono molto permeabili e fragili: questo meccanismo causa estese emorragie e tensioni meccaniche nel tessuto della retina, già indebolito, arrivando a volte a lacerarlo o a distaccarlo dall’interno dell’occhio.

Terapie per il futuro
I risultati degli studi in corso confermano che l’iperglicemia attiva la cascata di eventi che avviano le complicanze microvascolari. Conoscere in dettaglio questi meccanismi molecolari potrà fornire ai medici nuovi parametri di prognosi, per valutare precocemente la presenza delle alterazioni, e soprattutto, potrà offrire nuovi farmaci, capaci di bloccare l’evoluzione delle complicanze.
Sono attualmente in sperimentazione, alcuni prodotti che bloccano l’alterazione dell’endotelio e la formazione dei neovasi. Questi farmaci bloccano, a livelli diversi, la cascata di proteine cellulari che fanno capo alla proteina kinasi C. Sono in sperimentazione altri farmaci, per esempio alcuni analoghi della somatostatina e anti-infiammatori cortisonici, per valutare la loro efficacia sulla protezione dell’endotelio. Una promettente prospettiva per il futuro, per ora ancora in fase sperimentale, è offerta dalle cellule staminali. Queste cellule non differenziate, ottenute da embrioni o da tessuti dello stesso paziente, possono dare origine a svariati tipi di cellule “di ricambio”. Le cellule staminali sono state usate con successo in laboratorio per ricostruire in modo “fisiologico” la rete di capillari nella retina ischemica, senza causare danni o emorragie pericolose per le cellule nervose.

A cura del sito:www.indicamed.it/homepage/1,,IITACCITAITAIPN3090xxxxxxxxxx,00.html

Per saperne di più:

  1. World Health Organization (OMS), Major diseases: Diabetes mellitus, http://www.who.int/inf-fs/en/fact138.html
  2. Report of the Expert Committee on the Diagnosis and Classification of Diabetes Mellitus, in Diabetes Care, Diabetes Care 2003 26:S12.
    http://care.diabetesjournals.org/content/vol26/suppl_1
  3. The American Diabetes Association
    http://www.diabetes.org 
  4. Eyes on Diabetes, The Australian Diabetes Association
    http://www.eyesondiabetes.org.au 
  5. Donald S. Fong et al.,  Diabetic Retinopathy, American Diabetes Association, in Diabetes Care
    http://care.diabetesjournals.org/cgi/content/full/26/suppl_1/s99 
  6. La microangiopatia, in "Progetto Diabete"
    http://www.publinet.it/diabete/indice_ie1000.html?clinica/d5_1.html
  7. Lloyd P. Aiello, Diabetic Retinopathy: New Results, New Trials, New Opportunities in Medscape Today 
    http://www.medscape.com/viewarticle/444561 
  8. E Chantelau, E M Kohner, British Medical Journal 1997;315:1105-1106
    http://www.bmj.org 
  9. DCCT Epidemiology of Diabetes Interventions and Complications Research Group. Retinopathy and nephropathy in patients with type 1 diabetes four years after a trial of intensive therapy. N Engl J Med 2000; 342(6):381-9 
    http://www.nejm.org 
  10. Turner R et al. United Kingdom Prospective Diabetes Study 17: a 9-year update of a randomized, controlled trial on the effect of improved metabolic control on complications in non-insulin-dependent diabetes mellitus. Ann Intern Med 1996; 124(1 Pt 2):136-45 
    http://www.annals.org

 

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