Dieta e psicologia

 

Problemi comportamentali durante i pasti in bambini diabetici di tipo 1 e stress dei genitori

Approfondimento a cura di Silvia Demartini
 

Uno dei cardini del trattamento del diabete è lo stile di alimentazione. Nei bambini l'obiettivo è arrivare ad una dieta personalizzata, che tenga conto dello stile di vita generale, delle preferenze alimentari, dell'appetito del bambino, di un apporto nutrizionale quantitativamente e qualitativamente sufficiente per garantire uno sviluppo e una crescita normali.

Sono stati esaminati diversi fattori comportamentali, quali l’adattamento e l’aderenza, rilevanti nel diabete di tipo 1 nei giovani, giungendo alla conclusione che i problemi relativi al comportamento sono significativi per le famiglie che si trovano ad affrontare questa malattia. Ma quasi tutti gli studi focalizzano l'attenzione sull'età scolare e sull'adolescenza più che sull'età prescolare (meno di 7 anni di età).

L'unico studio, condotto finora sui processi di adattamento al diabete in bambini in età prescolare e nelle loro madri, era quello di Wysocki e colleghi dell’Università dell’Ohio, a Columbus (1989) (1). Tra i risultati evidenziava come uno degli aspetti più impegnativi nel trattamento del diabete, secondo i genitori, fosse proprio il comportamento durante i pasti (es. impiegare troppo tempo prima di sedersi a tavola o alzarsi da tavola prima della conclusione).

Generalmente, inoltre, le madri dei bambini diabetici interpellate riportavano che i loro figli mostravano più problemi comportamentali (ansietà, depressione, tendenza alla chiusura) rispetto al gruppo di controllo. Emergeva anche una fonte maggiore di stress materno nelle madri dei bambini diabetici.

Un’altra ricerca dell’Università della Virginia, Charlottesville (1989) (2), su famiglie con bambini diabetici di età inferiore a 12 anni, aveva concluso che, secondo le madri contattate, i bambini diabetici manifestavano nei loro confronti maggiori esigenze e richieste rispetto ai bambini sani di controllo. A questo si associavano, nei padri e nelle madri, livelli più alti di depressione e di stress, legati alle competenze e al ruolo di genitori.

Questo maggiore stress riferito sia per i figli sia per i genitori non si rifletteva in valori più alti di emoglobina glicosilata.

Inoltre, diversi studi sui problemi legati al comportamento durante i pasti erano già stati condotti tra i bambini con meno di 7 anni affetti da fibrosi cistica, suggerendo delle aree di intervento correttive presso le famiglie (3,4).

La Divisione di Psicologia del Children’s Hospital Medical Center di Cincinnati, Ohio (USA), ha recentemente condotto una ricerca su 40 famiglie di bambini diabetici di tipo 1 in età prescolare, e altrettante di controllo, con lo scopo di indagare sui comportamenti dei figli durante i pasti percepiti dai genitori come problematici e sui livelli di stress dei genitori stessi al momento dei pasti. Per valutare i due aspetti oggetto di studio, è stato utilizzato un questionario compilato dai genitori.

I risultati ottenuti sono stati analizzati alla luce delle variabili sociodemografiche (età, sesso, condizione socioeconomica, razza) senza trovare alcuna differenza significativa.

Considerando, invece, come variabile indipendente il diabete, hanno trovato conferma le tre ipotesi iniziali:

1. una differenza statisticamente significativa nei problemi relativi al comportamento ai pasti, così come percepiti dai genitori;

2. una differenza statisticamente significativa nello stress riferito dai genitori;

3. una correlazione positiva moderata tra lo stress dei genitori e la percezione, da parte degli stessi, delle difficoltà legate al comportamento dei figli durante i pasti (questo sia nelle famiglie di bambini diabetici sia in quelle di controllo).

Tra le famiglie con bambini diabetici, i comportamenti dei figli percepiti come maggiormente problematici dai genitori sono stati, in ordine decrescente di rilevanza:

  • impiegano più di 20 minuti a concludere il pasto o si alzano da tavola nel corso del pasto;

  • difficilmente provano nuovi alimenti;

  • non sono soddisfatti del mangiare,

  • incontrano difficoltà nel mangiare le verdure;

  • si lamentano o piangono all'ora di pasto;

  • non arrivano rapidamente a tavola.

Tra questi, alcuni sono segnalati anche nelle famiglie di controllo, anche se in misura inferiore (es. mangiano poche verdure, provano malvolentieri cibi nuovi, si alzano da tavola durante il pasto), segno che si tratta di problemi strettamente correlati all’infanzia più che alla gestione del diabete. Altri sembrano essere tipici delle famiglie con diabete (impiegano più di 20 min. a terminare il pasto, provano scarso piacere nel mangiare, mostrano poco appetito, non arrivano velocemente a tavola quando è pronto, non mangiano amidi, preferiscono bere piuttosto che mangiare).

Le voci considerate come fonte maggiore di stress dai genitori di bambini diabetici sono state:

  • preparazione di un cibo alternativo se il figlio non gradisce una pietanza;

  • convinzione che il figlio abbia mangiato abbastanza;

  • sensazione che lo stile alimentare del figlio nuoccia al suo stato di salute;

  • ansietà o frustrazione nel provvedere all’alimentazione del figlio;

  • mancanza di convinzione nella propria capacità di gestire il comportamento del figlio ai pasti.

Tutte queste preoccupazioni, tranne la terza, sono particolarmente collegate alla presenza in famiglia di un bambino diabetico.

Anche in questo studio, come nel precedente citato (2), non è stata provata alcuna relazione positiva significativa tra i livelli di stress dei genitori e il controllo metabolico, monitorato attraverso l’emoglobina glicosilata.

A causa dei pochi lavori pubblicati su quest’argomento, dell'esiguità e dell’ambito circoscritto del campione osservato, che rende i risultati difficilmente generalizzabili, e a causa del tipo di strumento utilizzato, cioè il questionario auto-somministrato e non l’osservazione diretta di esperti, gli autori di questo studio sottolineano che sarebbe opportuno condurre ulteriori ricerche sulle complesse interazioni tra obiettivi dello stile alimentare, comportamento dei figli ai pasti, risposta dei genitori, crescita e metabolismo dei figli.

La nutrizione è una delle relazioni più importanti nel rapporto genitore-figlio. Se i genitori sono eccessivamente preoccupati per l’alimentazione del figlio, come può a volte accadere nel diabete di tipo 1, date le costanti attenzioni richieste per la dieta, eventuali loro risposte inappropriate ai comportamenti dei figli durante i pasti possono esacerbare temporaneamente i problemi alimentari del bambino. (5)

Per questo sono importanti studi come questi descritti o citati: le conclusioni potrebbero essere utilizzate per sviluppare specifici programmi di interventi mirati nelle famiglie con bambini con diabete di tipo 1. L’argomento merita, quindi, ulteriori approfondimenti, considerando anche l’attuale aumento dell’incidenza del diabete tra i bambini più piccoli.

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