Ringrazio il sito: www.nonsolofitness.it che mi ha permesso di utilizzare queste righe

e le immagini copiate interamente dal loro sito web.

 

                                                                                                       

I ruoli nel basket

Nonostante ogni componente di una squadra di pallacanestro ricopra un ruolo altamente specifico, in funzione delle sue qualità tecniche e delle sue competenze, è richiesta una forte cooperazione tra i vari elementi. La squadra deve operare come un corpo unico e, a tal fine, sarà opportuno stimolare ed incoraggiare i rapporti interpersonali fra i suoi componenti. Nella prima fase preparatoria, il lavoro di specializzazione sarà trascurato, in favore di un’adeguata evoluzione dello schema corporeo.

Solo nel periodo post-puberale (intorno ai 15-16 anni) in concomitanza dell’ultimo anno della categoria cadetti, sarà opportuno specializzare i ragazzi verso un ruolo specifico. Esaminiamo i vari ruoli in una squadra di pallacanestro.

La guardia
E’ caratterizzata da un’alta abilità tecnica, velocità e agilità. Fisicamente i giocatori deputati a questo ruolo sono soprattutto brevilinei. Possiamo distinguere tre modi differenti di esercitare questo ruolo:

- play-maker: è un giocatore con grande visione di gioco, imposta l’attacco e la difesa durante la partita, grazie anche alla sua conoscenza dei compagni di squadra e delle loro doti. Deve scoprire i punti deboli della difesa e saperne approfittare. Pur non dovendo necessariamente essere eccellente nel tiro, dal punto di vista tecnico è un ottimo palleggiatore e conoscitore delle tecniche di passaggio;

- guardia pura: il tiro è il fondamentale meglio padroneggiato dalla guardia pura. E’ molto reattivo e veloce, rapido nei contropiedi e nell’uno contro uno. Sopperisce alla sua statura, non sempre notevole, con una grande capacità di elevazione. La guardia pura può essere un soggetto molto dotato muscolarmente o altamente preparato nel tiro, (seppur meno dotato dal punto di vista fisico);

- play-guardia: è una sorta di via di mezzo, molto propenso a segnare punti durante il gioco.

L’ala
E’ così definita per la sua collocazione di partenza, in prossimità dei due lati del campo, vicino al canestro. Anche per l’ala possiamo distinguere:

- l’ala piccola: molto potente dal punto di vista fisico che sfrutterà per giocare sotto canestro. Quasi sempre, lo scotto da pagare per le sue qualità fisiche, sarà una carenza dal punto di vista dell’agilità. Le sue qualità tecniche sono prevalentemente un buon tiro, e un buon trattamento di palla;

- l’ala grande: o ala pivot ha una stazza maggiore rispetto alla precedente e la sua distanza di gioco dal canestro è molto ridotta, è un buon rimbalzista, capace sia nel gioco con fronte che con le spalle rivolte a canestro.

-Pivot o centro
E’ il miglior rimbalzista della squadra, molto alto, potente, e in grado di intervenire nel migliore dei modi sulla palla. Tuttavia, le sue doti fisiche, lo rendono spesso un po’ lento. Gioca di preferenza con le spalle al canestro ed è un buon realizzatore, se non il migliore.

Fondamentali di squadra

Rimbalzo difensivo

E’ l’azione difensiva successiva al tagliafuori per entrare in possesso di palla, ed è quindi l’ultima mossa del difensore per recuperarla. Il rimbalzo, frutto di una conclusione a canestro errata, può trasformarsi in un’azione d’attacco da parte della difesa avversaria, partendo dal tagliafuori. Si effettua saltando con la massima elevazione possibile e utilizzando le mani per il recupero.

Uno contro uno

Scopo dell’uno contro uno è quello di superare l’avversario mantenendo una posizione di triplice minaccia che permette di scegliere fra passaggio, palleggio, e tiro. Per giocare un buon uno contro uno è indispensabile l’acquisizione e la capacità di utilizzo di tutti i fondamentali di squadra e, in particolare dello marcamento, della ricezione, del tiro, del palleggio e del passaggio. LA gestione dell’uno contro uno dipenderà in larga misura dalla distanza del difensore. In caso di breve distanza, la soluzione migliore potrebbe essere quella di fare un’entrata, se la distanza è maggiore un buon compromesso è dato da un tiro, se la distanza è media sarà bene optare per una finta. Esaminiamo meglio le diverse potenziali situazioni:

- uno conto uno senza palla lontano da canestro: in attacco il giocatore deve liberarsi dal suo avversario per ricevere palla dal compagno in modo sicuro. Userà a tale scopo movimenti lunghi (tagli) anziché propendere per marcamenti individuali, tipici degli spazi minori. In difesa, il difensore cercherà di controllare attaccante e palla .

- uno contro uno con palla lontano da canestro: in attacco, prima di iniziare il palleggio, bisognerà individuare un compagno smarcato a cui poter passare la palla, nel caso in cui non ve ne siano il possessore avanzerà in palleggio. In difesa, bisognerà contrastare il palleggiatore rendendo meno sicuro il suo possesso di palla.

Difesa di squadra

Le tipologie difensive, nella pallacanestro, sono sostanzialmente tre: individuale, a zona e mista. Su queste si sono impiantate differenti interpretazioni ed organizzazioni per cercare di far fronte ad un attacco sempre più aggressivo.
Per costruire una buona difesa bisognerà tener presente alcune situazioni: posizione del giocatore in generale, posizione sulla palla, posizione lontano dalla palla, atteggiamento di squadra da assumere (normale, aggressivo ecc.), atteggiamento e posizione individuale del difensore. Naturalmente, la difesa, potrà assumere questi atteggiamenti in vari punti: a tutto campo, a tre quarti campo, nella propria metà campo.

La difesa individuale

Premettendo che, anche questo tipo di difesa, deve essere interpretata come a favore della squadra, tutti i giocatori debbono collaborare per una sua efficace applicazione. Una buona difesa individuale deve avere la capacità di adattarsi a qualunque situazione ed a qualunque tipo di avversario, deve dare le giuste responsabilità ad ogni giocatore in funzione della posizione che questi occupa sul campo, dev’essere stimolata da un orgoglio e da un senso di squadra molto forte. Muovere con successo in difesa implica il controllo del campo da parte del giocatore, che terrà sempre sotto controllo gli uomini, la palla ed il canestro. Saprà abilmente ed efficacemente comunicare con i giocatori per allertarli in caso di situazioni impreviste, sprigionerà la giusta aggressività e pressione creando disagio agli avversari senza commettere falli.
Sarà buona norma rallentare sempre il gioco, cercando di entrare in possesso di palla. Ogni giocatore avrà la massima responsabilità sul suo gioco, sarà sempre pronto al contropiede, proverà a forzare i blocchi e rientrerà rapidamente in caso di contropiede subito. Proverà ad allargare l’attacco avversario spingendolo lungo le linee laterali gestendo in maniera ottimale le proprie energie durante l’intera partita.
Compito dell’allenatore sarà pretendere che la palla venga indirizzata verso l’esterno, per far perdere una buona visione periferica all’avversario; esigere un’alta pressione alla chiusura del palleggio per causare passaggi lenti ed imprecisi; ostacolare i passaggi all’interno dell’area, essere altamente reattivi.

La difesa a zona

Negli ultimi anni è divenuta sempre più dinamica, aumentando chiaramente i vantaggi. La difesa a zona, infatti, crea una mentalità di squadra, offre una presenza sicura su tutte le zone del campo, facilita l’acquisizione dei rimbalzi, evita di commettere un numero eccessivo di falli, consente una grande elasticità nell’utilizzo dei ruoli, favorisce lo sviluppo del contropiede, limita il pericolo dei blocchi, è difficilmente valicabile, tende ad occultare alcuni dei limiti fisici e tecnici della squadra che la utilizza. Ovviamente, come ogni medaglia, ha anche il suo rovescio, dato da un rallentamento del ritmo di gioco (tuttavia non sempre negativo), non consente un ottimale schieramento, soprattutto contro squadre ad alto ritmo offensivo, richiede un alto impegno fisico, limita la spettacolarità del gioco, rende difficile accoppiare ai migliori attaccanti i migliori difensori. I tipi di difesa a zona possono essere catalogati secondo: zone pari; zone dispari; zone adeguate o mach-up.

Le zone pari sono generalmente più compatte a schierate intorno al canestro, risultando più presenti e prestanti al centro dell’area dove lo schieramento si prefigge il suo scopo principale. Alcuni tipi di zone pari sono: 2-3 (la più utilizzata, protegge bene sui passaggi ed è molto flessibile, per contro è altamente esposta ai tiri da fuori e da ribaltamento veloce di palla); 2-1-2 (è simile alla precedente pur avendo le due guardie e il centro in posizione più avanzata è più aggressiva ma scoperta sulle zone laterali).

La zona mach-up si adegua allo schieramento ed agli spostamenti dell’attacco utilizzando buona parte dei principi della difesa individuale.

L'attacco

Il principio base su cui poggia un attacco efficace è la necessità di non sprecare nessuna occasione. Per fare ciò, più che costruire azioni complesse, sarà opportuno affidarsi a ciò che è più semplice e, probabilmente efficace. La rapidità sarà fondamentale, una buona azione d’attacco va costruita prima che la difesa possa organizzarsi, basandosi su tiri facili; andando a ribalzo offensivo; coprendo il contropiede. Un valido aiuto nell’impostare un buon attacco è dato dalla conoscenza della squadra avversaria.

Come norma, le regole da rispettare per l’attacco sono: non congestionare l’area; avere pazienza nel cercare il momento giusto; valutare la difesa; effettuare pochi movimenti prestabiliti; conoscere bene la propria squadra e le abitudini dei giocatori in campo; essere sempre pronti a ricevere palla; conoscenza di se e delle proprie potenzialità.

Anche individualmente sarà bene cercare di rispettare delle norme che possano ottimizzare l’attacco, ad esempio stabilendo rapidamente cosa fare una volta in possesso di palla; non palleggiare se non è necessario; passare la palla a chi è meglio posizionato in campo; controllare sempre la situazione in campo; cercare di migliorare i fondamentali dove si è carenti.

Metodologie offensive

Ogni metodologia d’attacco ha le sue peculiarità, e risulterà maggiormente efficace a seconda della squadra che la effettua. Fondamentalmente, l’attacco di una squadra, può essere portato in maniera libera (quindi con larga autonomia dei giocatori durante la partita) o in maniera più organizzata, stabilita a tavolino dall’allenatore. Le metodologie più in uso sono:

- Passing-game: è la prima delle tecniche che vengono apprese e racchiude in se tutti i fondamentali individuali e alcuni di quelli di squadra. Il “gioco di passaggi” che caratterizza questo tipo di attacco tende a squilibrare la difesa al fine di trovare un buon momento d’attacco. Il passing game è studiato durante l’allenamento scegliendo i fondamentali meglio gestibili dalla squadra.
Viene organizzata dividendo i ruoli fra giocatori intersi ed esterni e disponendosi in campo con una delle seguenti modalità: 3 esterni e 2 interni; 4 esterni ed 1 interno; 2 esterni e 3 interni.
Il gioco si basa su una grande collaborazione fra gli esterni e gli interni. I primi potrebbero approntare un dai e vai, un dai e blocca, un dai e cambia ecc., per gli interni, invece, potrebbe essere più idoneo seguire il senso della palla stabilendo poi cosa fare.

Il contropiede

Il contropiede indifferenziato

E’ prettamente proponibile, principalmente, a livello giovanile, nella fascia d’età compresa fra gli 11/15 anni, in modo da poter sfruttare anche le sue caratteristiche di sviluppo fisico, tecnico e mentale. Questo perché, nel contropiede, sono racchiusi diversi elementi quali il palleggio, il passaggio, il cambio di direzione e velocità. Il maggior merito del contropiede indifferenziato è nel coinvolgimento di tutti i giocatori ognuno dei quali può prendere il rimbalzo, palleggiare, passare, senza distinzioni di ruolo.

Il contropiede differenziato o organizzato

E’ tipico di atleti più evoluti o comunque con un bagaglio tecnico-tattico maggiore.E’ detto differenziato perché ogni giocatore ha un ruolo preciso nella sua esecuzione.
Il play-maker spesso riceve e conduce il contropiede in palleggio; la guardia può ricevere l’apertura alternativa qualora il play-maker fosse anticipato; ali corrono ad occupare rapidamente le loro fasce di responsabilità; pivot è il principale rimbalzista, successivamente si pone come rimorchio. La sua esecuzione comporta una apertura, una conduzione; la conclusione immediata; una conclusione secondaria.
Nell’eventualità di un insuccesso, anche in seguito ad un contropiede secondario, si procede con continuità offensiva non consentendo un ottimale assesto alla squadra avversaria. Esaminiamo le varie fasi:

- apertura: determina gran parte del successo di un’azione di contropiede, deve essere veloce e precisa per impedire il recupero alla difesa avversaria. Il rimbalzista deve toccare terra già rivolto verso il compagno cui deve passare, ruotando il busto e i piedi in aria. La responsabilità dell’apertura ricade sia su chi prende che su chi riceve la palla. Chi riceve l’apertura deve trovarsi dove è stato catturato il rimbalzo pronto ad un passaggio se intercetta un compagno in posizione vantaggiosa.
Diversamente partirà in palleggio per raggiungere il canestro avversario.

- Conduzione: il palleggio per raggiungere il canestro avversario deve essere portato nella fascia centrale che consente una migliore visione periferica con conseguenti migliori linee di passaggio;

- Conclusione primaria: dipende principalmente dalla conclusione che l’attacco si prepara ad affrontare;

- Conclusione secondaria: viene introdotto il primo giocatore arretrato (numero 4) con il compito di primo rimorchio, si parla di un 4 contro 3.
Questo correrà a canestro il più rapidamente possibile, cercando di prendere la palla nella situazione più vantaggiosa. In caso di 5 contro 4, entra in gioco anche il numero 5, con funzione di secondo rimorchio, pronto a giocare entrato in possesso di palla (generalmente sulla lunetta o sul post basso).

Nelle fasce propaganda ed allievi la conclusione del contropiede dovrebbe essere solo di tipo primario. Il contropiede secondario, propedeutico al gioco da parte di tutti e 5 gli atleti, sarà utilizzato a partire dai cadetti.

Fondamentali di squadra

Giochi a tre

Rappresentano gli ultimi elementi costitutivi dell’attacco. Sono:

- Dai e cambia: il giocatore in possesso di palla, dopo aver effettuato il passaggio, si allontana portando un blocco al compagno posto sul lato opposto e lo sostituisce. Le soluzioni offerte dal dai e cambia sono 3: l’entrata a canestro, il tiro o il gioco a due. La difesa sul dai e cambia è simile alla difesa sull’uno contro uno con palla;

- Dai e vai lontano: è la versione del dai e cambia attuata nell’attività giovanile di prima fascia dove si evita di utilizzare il blocco. Consiste nell’allontanarsi dal compagno al quale si è data la palla andando ad occupare una nuova posizione utile;

- Split: consiste nel passare la palla ad un giocatore in posizione di post da parte di un giocatore dello stesso lato del post il quale effettuerà un incrocio assieme ad un altro giocatore intorno al nuovo possessore di palla. Durante l’incrocio, il giocatore che ha passato la palla, creerà un blocco per il compagno. La difesa sullo split è quella tipica di un blocco tra uomini senza palla.

Fondamentali di squadra

Giochi a due

Questi giochi di collaborazione concludono il bagaglio tecnico che ogni giocatore dovrà possedere al termine del cammino nell’attività giovanile. I giochi a due sono:

- Dai e vai: Si sviluppa su un passaggio e sul successivo tentativo di andare a canestro. Indispensabile la velocità, nella sua esecuzione, che risolve problemi di difesa avversaria eccessivamente aggressiva, grazie al suo sviluppo verticale. I movimenti che lo compongono sono relativamente semplici e richiedono buona sincronia fra i due attaccanti. L’attaccante che riceve il passaggio gioca un uno contro uno mentre, l’attaccante che taglia prova andare a canestro.
Lo sviluppo del dai e vai è il seguente: un giocatore passa la palla ad un compagno, si inserisce con un taglio nella zona canestro e riceve il passaggio di ritorno appena si è liberato dalla marcatura avversaria. A questo punto va a canestro. Esaminando meglio questo gioco notiamo che è possibile effettuare un distinguo fra due diverse metodologie di esecuzione, caratterizzate da un differente gioco di gambe e descritte come dai e vai in allontanamento e dai e vai in avvicinamento. Il primo viene utilizzato quando la difesa è in condizione di equilibrio, il secondo quando il difensore ci anticipa.
Per impedire l’esecuzione del dai e vai alla squadra avversaria, bisognerà cercare di evitare l’esecuzione del gioco sulla traiettoria scelta per la ricezione del passaggio di ritorno. In altre parole dovremo ostacolare l’avversario ponendoci sulla linea da lui prescelta per provare il tiro a canestro, costringendolo a porsi su una traiettoria meno pericolosa;

- Dai e blocca: E’ un movimento più complesso, poiché prevede anche il blocco per la sua esecuzione. Si effettua fornendo aiuto, dopo aver passato la palla, a chi la riceve, fornendo un blocco nei confronti della difesa avversaria.
In questo gioco è quanto mai importante la perfetta sincronia e coordinazione fra i giocatori che lo portano a termine. Il giocatore con la palla, dopo aver effettuato il passaggio, si dirige verso di lui portando il blocco al compagno, blocco che viene utilizzato in uscita, o per un arresto e tiro o per una rapida penetrazione a canestro. La difesa su questo gioco sarà quella tipica della difesa sui blocchi.
Quindi forzando il blocco, lo switch ecc;

- Dai e segui: E’ l’ultimo dei giochi a due e, anche la sua esecuzione, dovrebbe essere insegnata alla fine del percorso didattico dell’attività giovanile. Il dai e segui viene utilizzato per alleggerire il lavoro di chi ha la palla, per poi ridargliela in un altro spazio sul campo. Il dai e segui potrebbe definirsi come un dai e segui eseguito alla rovescia.

Fondamentali individuali di difesa

Difesa dell’uomo senza palla
La tecnica si difesa sull’uomo senza palla varia a seconda della sua distanza dal canestro. Ovviamente l’aggressività del difensore è direttamente proporzionata alla distanza dell’attaccante da canestro o dalla palla. Lo scopo della sua azione sarà di impedire all’attaccante di entrare in possesso di palla. In determinate situazioni di gioco, il difensore, potrà sfruttare l’aiuto di un suo compagno per recuperare eventuali ritardi o errori sull’attaccante. In caso di taglio, il compito del difensore è di anticipare l’attaccante impedendogli la ricezione della palla. La posizione da assumere sarà dunque quella che potrà consentire un controllo sia della palla che dell’avversario. L’opera difensiva sui blocchi si espleta in vari modi. Ad esempio avvisando del blocco in arrivo o passando al di sopra di esso, in questo caso si parlerà di un movimento atto a forzare il blocco. Il movimento tecnico successivo quello appena descritto è quello dell’aiuto e recupero consistente nel fornire al difensore che sta per subire il blocco, la possibilità di recuperare sull’attaccante.

Tagliafuori

Il tagliafuori in difesa, quando ben eseguito, consente di assicurarsi il rimbalzo. Può distinguersi in tre diverse situazioni:

- tagliafuori sul tiro piazzato si esegue con un giro dorsale o frontale per ottenere un contatto fra difensore ed attaccante. E’ richiesta un’ottima capacità di reazione;

- tagliafuori sul tiro in elevazione, la sua esecuzione, simile a quella poc’anzi descritta, è facilitata dalla breve fase di volo dei piedi;

- tagliafuori sul tiro in sospensione il tempo per l’esecuzione del giro è assicurato dall’elevato tempo di permanenza in aria del tiratore;

- tagliafuori sull’uomo vicino alla palla: l’obiettivo del difensore consiste nell’impedire la traiettoria diretta al rimbalzo;

- tagliafuori sull’uomo lontano dalla palla: è il più difficoltoso a causa della distanza dal proprio attaccante, è quindi importante, al momento del tiro valutare se conviene avvicinarsi all’attaccante o andare direttamente al rimbalzo.

Fondamentali individuali di difesa

In una buona difesa gli elementi di maggior rilievo sono indubbiamente forniti dalla potenza atletica in abbinamento con la mentalità dell’atleta. L’azione del difendere, infatti, solitamente è la meno gradita ai giocatori, che la ritengono faticosa e poco gratificante.

Posizione fondamentale
La posizione d’attesa per eseguire una buona difesa è data dalla posizione fondamentale con il baricentro basso e il corpo in appoggio sugli avampiedi. Sempre pronti e reattivi ricercando l’utilizzo della massima carica di forza esplosiva delle gambe. I piedi saranno sempre distanti fra loro, in modo da aumentare il grado di stabilità. Il difensore gestirà poi i suoi movimenti nel migliore dei modi, anche in virtù del giocatore chiamato a difendere se in possesso di palla o meno. La ricerca della massima reattività deve essere uno dei punti chiave del difensore.

Scivolamenti
Gli scivolamenti rappresentano il modo tramite il quale il difensore compie i suoi spostamenti lungo il campo cercando di conservare reattività ed equilibrio. Solo nel caso in cui la velocità dell’attaccante sia elevata, anche il difensore cercherà di ostacolarlo correndo. In questa ipotesi, la tecnica di corsa, ricalcherà le caratteristiche di quella in attacco, accentuando la capacità di reazione e abbassando ulteriormente il baricentro.

Fondamentali individuali d'attacco senza palla

 Rappresentano le basi del gioco del basket, ed è quindi fondamentale apprenderli per primi ed averne un’ottima padronanza. La loro gestione ottimizzerà il gioco rendendoci capaci di sfruttare ogni minimo errore avversario, e in grado di verticalizzare il gioco. Tra i fondamentali di questa categoria è possibile annoverare:

Posizione fondamentale
E’ relativamente soggettiva, capace di rendere, e di far sentire, il giocatore reattivo, in equilibrio e forte. Si ottiene con i piedi posti pressappoco alla stessa larghezza delle spalle, talloni leggermente sollevati, arti inferiori semi piegati, mani avanti, testa protesa anteriormente, baricentro basso.

Corsa cestistica
Deve consentire rapidi cambi di direzione e velocità, è quindi altamente funzionale. Si caratterizza per il posizionamento basso del baricentro, una minore rullata del piede, maggiore appoggio sull’avampiede.

Corsa in arretramento
I passi sono brevi e veloci, conserva le caratteristiche della corsa cestistica e ci consente l’allontanamento dall’avversario mantenendo lo stesso fronte.

Arresto e giro
E’ una sospensione repentina della corsa, con immediata ripresa della posizione fondamentale e dell’equilibrio. Distinguiamo:

- l’arresto a un tempo: molto rapido, utilizzabile quando la velocità della corsa non è eccessiva e, nella sua esecuzione, i piedi toccano terra contemporaneamente;

- arresto a due tempi: si usa quando la velocità della corsa è maggiormente sostenuta e, i piedi, toccheranno terra in due tempi. Il peso del corpo sarà equamente ripartito fra i due appoggi.

Giro
Normalmente segue l’arresto, la rotazione avviene sfruttando un piede “perno” e girandoci sull’asse longitudinale. Il piede perno non si stacca da terra per non incorrere nell’infrazione di passi. Il giro è un movimento utile per smarcarsi o per liberarsi da una marcatura stretta per poi effettuare un passaggio. Il giro può essere ventrale o dorsale, a seconda dello spazio offerto dalla situazione di gioco.

Fondamentali individuali d'attacco senza palla

 Cambio di velocità
E’ molto importante e si realizza aumentando o diminuendo la potenza di spinta e la frequenza della corsa. Per essere efficace, il cambio di velocità, deve essere immediato e improvviso

Taglio
E’ un movimento d’attacco che il giocatore compie per spostarsi o per lasciare spazio ad un compagno. Si parla di taglio quando, lo spostamento, avviene intersecando la linea immaginaria che unisce la palla al canestro. La sua efficacia è data dalla preparazione e dalla somma del cambio di direzione con il cambio di velocità. I tagli possono essere curvi, quando i piedi del giocatore tracciano una curva, o piatti, quando vanno dritti al canestro. Un esempio di quest’ultimo è dato dal taglio back-door quando l’attaccante taglia dietro la schiena del difensore che lo marca in anticipo forte.

Smarcamento
E’ l’atto di liberarsi dalla difesa avversaria ricevendo la palla senza il pericolo che questa venga intercettata. Lo smarcamento è efficace nel momento in cui consente all’attaccante di trovarsi in anticipo sul difensore. Come è facile immaginare ci sono diverse tecniche di marcamento (a “V”; a triangolo; con autoblocco) e, la loro scelta, è dettata dalla situazione di gioco.

Finta
E’ un’azione tecnica tesa ad ingannare la difesa. In realtà non viene portata a termine, ma è prontamente modificata, con un’azione più efficace, appena la difesa reagisce alla finta stessa.

Blocchi e veli
Sono aiuti che l’attaccante porta al compagno di squadra per consentirgli uno marcamento più agevole. In pratica si tratta di assumere una posizione stabile e statica in un punto del campo, risultando uno scudo contro cui l’avversario dovrà arrestarsi interrompendo o rallentando la sua azione sul nostro compagno. Il blocco può essere: verticale, se portato verso la linea di fondo; orizzontale se portato verso le linee laterali; cieco quando l’attaccante si pone dietro al difensore senza che quest’ultimo se ne avveda.. I veli rappresentano una forma di blocco in movimento.

Tagliafuori
Questo movimento è finalizzato nell’impedire al difensore di andare al rimbalzo ponendosi fra questi e la palla. E’ presente in attacco e in difesa con la medesima tecnica esecutiva.

Salto e rimbalzo
Consiste nel riuscire a strappare il pallone agli avversari più in alto possibile, nella fase di rimbalzo.

Fondamentali d'attacco con palla

 Anche gli schemi di gioco più efficaci saranno nulli se ogni giocatore non possiede piena padronanza e conoscenza dei fondamentali con palla. Per raggiungere questo scopo, sarà bene effettuare un’ottima sensibilizzazione alla palla, in maniera che venga percepita quasi alla stregua di una parte del corpo. Ciò consentirà di concentrarsi pienamente sul gioco.

Il passaggio
Anche i primi approcci a questo fondamentale non sono alquanto entusiasmanti, è opportuno stimolare gli allievi alla ricerca di una perfetta esecuzione del passaggio. La sua ottimale esecuzione prevede una buona ricezione e presa, e la capacità di tenere sotto controllo tutto quello che avviene in campo. E’ da ricercare l’assenza di difensori avversari fra chi effettua il passaggio e chi lo riceve. In fase di ricezione avremo le dita bene aperte e le braccia non completamente distese, per meglio ammortizzare la palla. I piedi saranno già orientati verso canestro, per una rapida azione offensiva.

I passaggi più usati sono:

- passaggio a due mani dal petto diretto: è il primo dei passaggi ad essere insegnato, lo si esegue dalla posizione fondamentale ed è relativamente semplice da apprendere e controllare ma di improbabile esecuzione durante una partita. Il lancio della palla prevede che le braccia restino distese dopo il lancio ad accompagnare la palla nella sua traiettoria;

- Passaggio a due mani dal petto schiacciato a terra: prevede che la palla venga schiacciata a terra poco oltre la linea mediana che separa i due giocatori. La palla deve giungere all’altezza del busto. E’ buona norma non abusare di questo tipo di passaggio visto che tende a rallentare il gioco;

- Passaggio a due mani sopra la testa: è caratterizzato dal fatto che, chi lo esegue, cerca di sfruttare al massimo la sua altezza ed è ovviamente sconsigliato nel caso in cui l’attaccante sia più basso del diretto avversario;

Fonte: www.nonsolofitness.it

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