4/10/2004
"Il
mio è un commissario disperato, una bestia con poco futuro e quasi nessun
rapporto
con il mondo".
Così Francesco
Nuti su Francesco De Bernardi, il poliziotto da lui interpretato
protagonista di Concorso di colpa, giallo di Claudio Fragasso
ambientato a Roma tra la fine degli anni '70 e oggi.
La pellicola, film sugli
anni della contestazione e del terrorismo in concorso al 21. Europa
Cinema, vetrina del cinema europeo diretta da Felice Laudadio,
segna il ritorno al grande schermo dell'attore e regista toscano dopo gli
anni del flop commerciale di Caruso zero in condotta. A lui,
l'attore e regista messo in panchina anche a causa di una lunga depressione,
il festival ha consegnato in occasione della serata di chiusura un premio
speciale, intitolato:
"Bentornato
Francesco".
Un incoraggiamento reso più forte ed efficace dal pubblico del Teatro
Politeama di Viareggio, che ha riservato all'attore, appena salito sul
palco, l'applauso più lungo della serata. Nuti, appena ricevuto il premio ha
ricordato: "Dopo Caruso zero in condotta ho preso molti zero da
critici e giornalisti, ma ho alle mie spalle 16 film di cui 14 di successo".
L'attore ha poi dedicato il premio al fratello, Giovanni Nuti, "ottimo
medico e grande musicista. Il bene che ci vogliamo lo portiamo dietro anche
nei film che facciamo e questo è il dono che i nostri genitori ci hanno
lasciato".
Come procede lo sviluppo del suo film da regista?
La preparazione vera avverrà tra febbraio e marzo. Solo quando potrò
cullare un bambino sarà girato tra Siena, la Val D'Orcia e, per gli
interni, a Roma. Ho scritto il soggetto da solo e l'ho sceneggiato insieme a
Malù Di Lonardo e Maurizio Cohen. Si tratterà di una commedia, ma questa
volta il pubblico non morirà di risate. I toni saranno più pacati. Nel film
ci saranno Philippe Noiret e Carlo Cecchi.
Dopo anni di silenzio, è tornato davanti la macchina da presa. Come
è andata sul set di "Concorso di colpa"?
Le prime due settimane soffrivo. L'istinto mi diceva di andare
dietro la macchina da presa e dirigere il film, come ero solito fare in
passato. Ciò che mi ha aiutato a tornare sulla scena è il fatto che non si
trattava di una commedia, non avrei infatti mai accettato di essere diretto
da qualcuno per un film di questo genere. Qui giocavo su un terreno diverso,
quello del film drammatico, un'esperienza che non ho mai affrontato, né come
attore, né come regista.
Il suo personaggio, il commissario è un uomo le cui sfaccettature si
scoprono a poco a poco. Bernardi ha qualche scheletro nell'armadio.
Per un attore di commedia, quale sono io, è più facile recitare una
parte drammatica diversamente da un attore drammatico che affronta con più
difficoltà il ruolo comico. Il mio sorriso, quello visto in tanti miei film,
messo in un plot diverso come quello di Concorso di colpa è
diventato malefico. De Bernardi è un personaggio che gioca a fare il
cattivo, uno che se ne frega degli affetti, di suo figlio. De Bernardi è
rimasto fregato molto tempo fa. A inchiodarlo al suo passato ci penserà
proprio l'amico che più fa esercizio di memoria, un professore universitario
interpretato da Alessandro Benvenuti.
Come siete entrati in contatto lei e Fragasso?
Del regista conoscevo Palermo Milano solo andata, un film che avevo
apprezzato. Mi ha chiamato a fine estate nel mio ufficio di Roma
proponendomi di leggere la sceneggiatura. Abbiamo girato a novembre.
Come si è mosso Nuti attore sul set, senza il controllo della
macchina da presa?
A orecchio. Sentivo la macchina da presa e i suoi movimenti con il mio
udito. Anche se faccio l'attore, una parte di me mentre recita è sempre
dietro la macchina da presa e controlla la scena, le inquadrature.
Parla della macchina da presa come di qualcosa di umano.
Ne parlo come di una compagna di vita.
di Chiara Nano |